Arzachena-Olbia 2-1

Arzachena: Ruzittu, Busatto, Moi, Benedini, Pandolfi, Bonacquisti, Casini, Nuvoli, Loi, Gatto (79’ La Rosa), Sanna. A disp.: Pini, Belardelli, Casula, Corinti, Onofri, Porcheddu, Manca, Bruni, Teuter. All.: Giorico
Olbia: Crosta, Pinna, Pisano, Cusumano, Mastino, Vallocchia, Muroni, Pennington (65’ Tetteh), Senesi (74’ Martiniello), Ragatzu, Ceter. A disp.: Van der Want, Cotali, Pitzalis, Melgari, Soro, Occhioni, Biancu. All.: Filippi
Arbitro: Gualtieri di Asti.
Reti: 14’ Moi, 46’ Loi, 83’ Ceter
Note: amm.: Moi, Nuvoli, Muroni, Benedini, Pennington, Vallocchia, Bonacquisti;  Blackout: per 10′ dal 74’ e per ulteriori 6′ dall’86’; Rec.: 0- 3’. 

Se il buongiorno si vede dal mattino, allora sarà meglio attenderne… qualche altro.
Ad Arzachena è andata in scena un’altra brutta copia di quell’Olbia che tutti sogniamo.
Filippi dice che se perdiamo diventiamo persino più forti, allora che problemi ci sono?

Ma se va così bene. che senso ha fare (a tempo abbondantemente scaduto) una spietata corte a Davide Moi e all’Arzachena, per portare in maglia bianca uno dei due centrali esperti che ci servono come l’aria per respirare? La difesa, la nostra retroguardia ha 3/5 di palese insufficienza per affrontare un campionato quantomeno dignitoso. In porta, in attesa di ulteriori novità, forse sarebbe giusto dare qualche chance al Martin formato promozione. E, giusto per non farci mancare niente, meglio provvedere da subito a  sistemare anche ruoli e compiti all’interno di un centrocampo nel quale, visto che qualcuno ha deciso di privarsi di Geroni e Feola, non si trova la quadra (ne manca almeno uno) per un assestamento che, lo diciamo con convinzione, non può fare a meno del talento di Biancu che, forse, potrebbe essere il play davanti alla difesa.
Le uniche cose positive, anche stavolta, arrivano dal reparto avanzato. Ceter si consolida (quantomeno in queste due anteprime) come una vera garanzia e Martiniello sembra avere caratteristiche tecniche e carattere, per diventare un’ulteriore arma offensiva a nostra disposizione. E con questa interessante “batteria di sfondamento” a disposizione, com’è che noi si tiene palla per decine e decine di minuti senza riuscire a concludere una sola azione degna di nota?

Insomma, conta davvero poco l’eliminazione per una Coppa che, tradizionalmente, per le compagini sarde è solo un pesante “costo” negativo nei non certo rosei bilanci aziendali; quel  che serve è provvedere da subito a coprire le evidentissime falle di un organico che, se restasse intonso, rischierebbe di “regalarci” un caterva di amarezze.

Per dirla ancora più chiara: forse sarà il caso di non essere così “forti”, perdendo comunque… meno.

Ad Majora, nunc et semper: oléOlbiaolé

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