Alessandro MARINO: Ritratto di un Presidente di Salza

marino3 Quando ho chiamato il Presidente per l’intervista, mi è venuta in mente una citazione di Frank Zappa “Buona parte del giornalismo sportivo è gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare, per gente che non sa leggere.” A dire il vero lui parlava di musica non di sport, ma il senso di impotenza nel ripercorrere riti triti e ritriti del “ciacolare pallonaro” l’ho avuto anche io. Persino quando mi sono trovato solo con Lui, il mio Presidente e con la mia penna ed il mio foglietto intonso. Mi è bastato davvero poco per capire che, sicuramente il mio quasi omonimo, Zappa aveva torto quantomeno sull’afasia del mio interlocutore. E quel che segue è il risultato di una stimolante escursione nella reciproca confidenza, per un amore sportivamente condiviso da entrambi: L’Olbia!
“La speranza è un prestito che ci si regala con la fatica quotidiana.”
Nasce a Foggia nel 1975, ma presto la sua famiglia si trasferisce a Pescara.
Foggiano per l’appunto, ma solo per nascita, visto che la sua formazione umana e scolastica (Scientifico) avviene a Pescara. Gli studi li continua alla Bocconi (Economia Aziendale nel 2000) e li completa nel 2010 con un Master of Science in Tecnica Manageriale ed Economia Applicata presso l’Università della Pennsylvania e nel 2013 con un dottorato in Management presso la Wharton School di Philadelphia.
Tra quelli certificati e garantiti dalla storia, Alessandro Marino 41 anni da Pescara, è quindi il XXVIII° re dell’Olbia Calcio: il suo mentore, la sua guida, il suo recentissimo passato, il suo giovanile presente, il suo seducente futuro.
È arrivato da noi poco meno di 10 mesi fa, negli ultimi giorni dello scorso anno.
Attorno a lui sentimenti contrastanti. Dalla paura di assistere all’ennesimo fuoco di paglia, dopo la bufala del Qatar, alla sensazione, abbastanza frustrante, di rappresentare, alla bell’e meglio, lo scendiletto del Cagliari di Giulini. Di quei giorni, ricordo ancora la sua reazione sorridente ad una mia precisa domanda, in tal senso: “Se le dico che ho deciso di trasferire da subito la mia famiglia ad Olbia, può bastare?
riitratti
Uhaij! Capii, appuntai e portai a casa. Nella consapevolezza, vissuta anche personalmente, che la mia città avrebbe assolto pienamente il compito di fidelizzazione (credo si dica così) tra Marino e l’ambiente. E tutto fu ancora più chiaro quelle volte che vidi, nelle sue braccia, in tribuna centrale al Nespoli, la piccola Elisabetta. A dimostrazione che quando nel gioco entrano cuore ed affetti, il gioco diventa metafora della vita, la Tua Vita.
Smanettando sul sito dell’università di Philadelphia, per capire quell’universo nel quale lo studente Marino ha temprato il suo carattere, ho trovato riportato il pensiero di un giovane dei nostri tempi che, come il nostro presidente, sta completando il suo percorso formativo: “Watson è semplicemente il posto dove stare, la via del futuro per l’istruzione superiore: il coraggio di puntare al cielo.
Questa la sua testimonianza…
Ma anche questo è… Alessandro Marino.
Oh Presidente! Mio Presidente! …. l’ambìto premio è conquistato, vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta…
Non è poi così difficile dialogare con una bella ed intelligente persona. E quando accade, ti senti un po’ bello ed intelligente anche tu. Ed il Mio Presidente è davvero un gran signore. Non credo sia vero, come diceva Einstein, che se cerchi “lo stile e l’eleganza devi cercare un sarto o una modella”. Personalmente trovo che questo stile ed eleganza di Marino stia diventando sempre più il marchio di fabbrica della nostra Olbia. Toni mai eccitati, ragionamenti e portamenti forti, ma sempre espletati per costruire consenso e credibilità.
E, adesso ho capito: Tutto, questo Tutto, viene da lontano.
Finiti gli studi Tommaso, mi chiese di collaborare con lui ad un progetto che riguardava una nuova organizzazione ed il rilancio del settore giovanile dell’Inter.
Tommaso è Giulini, il presidente del Cagliari, dai tempi della Bocconi amico e sodale del nostro Marino:
Io, anche da studente, ho sempre giocato al calcio. Ero centravanti e me la cavavo piuttosto bene, nelle giovanili del Pescara. Ovviamente con la prosecuzione degli studi universitari a Milano, dovetti lasciare ogni velleità agonistica, ma continuai a giocare nella squadra universitaria e nei tornei collegati a questa esperienza. Lui Tommaso giocava in porta ed insieme disputammo la finale del campionato universitario europeo in Norvegia che perdemmo per 3-1, in uno stadio esaurito.
Continuo ad annotare sul foglietto, mentre “ascolto” i suoi occhi:
Accettai la proposta di interessarci assieme del settore giovanile nerazzurro e, per due anni, abbiamo visitato, conosciuto e approfondito tutti i vivai ed i settori giovanili dei più grandi club d’Europa per completare la nostra ricerca e proporre un piano di intervento che avrebbe dovuto far parte integrante delle politiche societarie dell’Inter. Saltò tutto perché l’Inter non lo portò avanti, ma quando Giulini prese il Cagliari, mi chiese di cantierare quel progetto… queste sono le radici del progetto Olbia calcio.”
Il mondo è tuo /di chi se lo prende /non di chi lo compra /non di chi lo vende /il mondo è tuo /di chi gli vuole bene-
Ed è così che il professor di Management alla Luiss di Roma, nonché autore di dozzine di pubblicazioni su Performance, Organization, Innovation e quant’altro, rispolvera il suo studio su “I vivai calcistici: modelli ad uso del management delle società sportive” e decide, d’accordo con il Cagliari, di “sperimentare” sul campo le teorie e l’originalità di quel progetto.
La vera sfida è stata che, dopo una prima positiva esperienza nel settore giovanile rossoblù, fatta una seria analisi del calcio sardo, delle esigenze di rigenerazione e di sviluppo della squadra e della società Cagliari, abbiamo capito che l’unica scelta possibile era proprio l’Olbia. Per la sua storia, la sua tradizione calcistica mirata sempre a valorizzare il calcio locale ed a rappresentare con onore il calcio della nostra Isola.”
Dice, proprio così…”la nostra isola”. E così, insisto io:
-Comunque, la sensazione dopo questi primi 10 mesi di esperienza è che quel Modello sia, per così dire in progress, una carta programmatica, in parziale se non totale evoluzione, visto che sempre più appaiono chiari anche i connotati di esperienza, per così dire, autonoma dell’Olbia Calcio rispetto alla casa madre…
“E’ chiaro che noi non saremo mai in conflitto con il Cagliari, ma è anche vero che l’Olbia seppur di supporto allo sviluppo e valorizzazione dei suoi giovani, non è il settore giovanile del Cagliari. Viviamo e proseguiamo nella nostra storia, la storia dell’Olbia. Ma, penso, possa far piacere ai nostri tifosi, sapere che, la perfettibilità del progetto porta anche ad una ipotesi ottimale di Olbia in serie B, con il Cagliari in A. Comunque è certo che la nostra vera scommessa sono i giovani di Olbia e del nord sardegna. Olbia deve ritornare ad essere punto di attrazione e di speranza per tutti i nostri talenti e la loro voglia di emergere. Abbiamo rivoluzionato tutto il nostro settore giovanile e lavoriamo perché, al più presto, oltre che squadra bianca composta da sardi, l’Olbia diventi nuovamente la squadra degli olbiesi, come lo è stata nel passato. A quel punto potrà ricominciare anche il percorso che veda i giocatori di Olbia vestire la maglia rossoblù. È una sinergia unica e speciale che la Sardegna ed il suo sistema calcistico, meritano ed il cui risultato finale potrà persino essere più interessante e diverso da quello che finora tutti abbiamo ipotizzato.”
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 “Anche una spina è gradita quando poi ci si aspetta di vedere una rosa”
Ma non tutto fila per il verso giusto:

Stiamo constatando un interessantissimo risveglio della città nei confronti dell’Olbiacalcio, ma abbiamo diverse fasce preoccupanti di disinteresse. Da un lato i giovanissimi. C’è un’intera fascia di età che manca all’appello sugli spalti, nonostante i successi della squadra ed i prezzi bassi. Ancora più grave è l’apatia dell’imprenditoria locale, delle aziende che avrebbero interesse, anche da un punto di vista promozionale e del marketing, a condividere il nostro marchio sempre attraente in aree e mercati prestigiosi. Manchiamo persino dello sponsor sulle maglie e questo non è dignitoso per la città.”
Anche quando parla di cose spiacevoli Marino non perde il suo aplomb, il suo stile personalissimo di persona capace e per bene. Il successo è avere ciò che desideri, la felicità è apprezzare ciò che ottieni.
Ed Alessandro XXVIII°, principe dell’Olbiacalcio e del Giudicato di Gallura, sa misurare i risultati ottenuti con il metro dell’economista e apprezzarli con la sensibilità del suo cuore.
And when the night is cloudy there is, still a light that shine on me. Shine until tomorrow, let it be….”*
Si una luce che splende sempre, perché Lui, il mio presidente forgiato nella via del futuro, in questo suo cammino ha sempre aspirato a… puntare dritto al Cielo.
Tore Zappadu
*E quando la notte è nuvolosa, c’è ancora una luce che splende su di me. Splende fino a domani… e tu lascia che sia.