Mai come in questa Stagione Pandemica, ogni partita è una storia a sé e tutto quel che accadde ieri è già un passato remoto. Ed è proprio vero che in quel passato remoto, del 12 dicembre scorso in una gelida serata maremmana allo stadio dei Marmi, l’Olbia che incontrò la Carrarese era un’altra squadra di quella che si accinge a questa 16ª sfida con gli Azzurro-Gialli nel recupero della 12ª giornata di ritorno.
Ed era diversa, molto ma molto più dissimile a quella odierna anche quella Carrarese. Loro prima di quella sfida erano quarti in classifica, appaiati alla “Giuve23” con 19 punti, a 7 dalla vetta, e già distanti 10 punti dalla zona degli inferi (18ª posizione in coabitazione con Piacenza e Pistoiese), in cui noi con meno della metà dei loro punti (9) continuavano ad annaspare alla complessa ricerca di… noi stessi.
È più utile ricordare quel che accadde in quei due lassi di tempo calcistico, quanto fu breve la nostra illusione di reggere un confronto alla pari, e quel 3-0 finale per Infantino e soci che, a conti fatti, apparve più che scontato, condito da una lezione di calcio davvero difficile da dimenticare. Già nel primo quarto d’ora eravamo sotto di 2 gol: il primo di testa (?) di Foresta (altezza 1,67) su angolo dalla sinistra di Caccavallo; il secondo di Infantino (tapin di tacco) su una incursione in area da destra di Caccavallo, nella partita più ispirata della sua stagione. Per parte nostra noi eravamo ancora tutti immersi nel tentare di  “far quadrare il cerchio”. Giocavamo a 3 in difesa, Ragatzu non era neppure in lista perché doveva ancora compiere il suo rodaggio, Giandonato svernava nelle parti alte dell’attacco, spesso in funzioni anche di centravanti, insomma si viveva attendendo … domani. E questo domani, quanto meno per noi, sembra proprio arrivato.
Invece per Baldini ed i suoi ragazzi è proprio cambiato tutto. L’ultima tremenda partita contro il Como (sconfitta di misura in casa) ha messo a nudo tutta la fragilità di un gruppo smarrito e, probabilmente, non abituato a lottare per la sopravvivenza. Se, come si spera, dovessimo vincere questa decisiva sfida, li raggiungeremo in classifica, ma nonostante questo e persino con ulteriori due recuperi da giocare, non avremmo chiuso definitivamente i conti con la salvezza matematica. Tutto questo per dire che, a 4 giornate dalla fine, anche la nobile Carrarese sarebbe più che invischiata nella lotta per non retrocedere.
Ma, meglio fare attenzione, perché se è vero che i toscani attraversano il momento più problematico della loro stagione (nelle ultime 8 gare, una sola vittoria con Livorno, due pareggi e quattro sconfitte, di cui le ultime 3 consecutive) è pur vero che proprio contro il Como, prima della Classe, questo gruppo ha mostrato una forza, uno spirito di sacrificio ed una generosità più che encomiabili. Quantomeno fino a quando l’arbitro Gualtieri, in giornata non proprio esaltante, non ha deciso di espellere prima Pasciuti, per doppio giallo, e due minuti dopo Luci per proteste, la Carrarese, pur con grande difficoltà, aveva retto paritariamente il confronto.
In 9 contro 11, nei 40’ finali, i toscani sono stati eroici, hanno subito pochissimo, un palo di testa di Crescenzi e il gol di Ferrari, in chiaro fuorigioco di rientro, ma non sono stati travolti, hanno persino “chiuso” nella loro metà campo i lariani, dimostrando se fosse necessario il possesso degli attributi necessari di essere avvezzi anche alle condizioni più estreme e negative.
Da un punto di vista tecnico la gara col Como ha rappresentato una importante inversione di tendenza di Mister Baldini con la proposizione di un centrocampo a 3 (Schirò, Luci, Pasciuti) che ha retto benissimo lo scontro con i primi della classe, mostrando finalmente anche una discreta solidità difensiva. Con  Noi, per le squalifiche, gli mancheranno due del nuovo terzetto titolare della mediana, ma certo a Baldini non mancano alternative.
È pur vero che questa Carrarese, più che imporre il suo gioco, è diventa più sparagnina, punta sulle ripartenze (eccezionale sulla fascia di destra, l’apporto di Giudici arrivato  a gennaio dal Lecco) e su un maggior utilizzo dei lanci lunghi.
Da quando (estate 2017) Baldini è tornato al timone della Sua Carrarese, non solo è la prima volta che capita ai marmiferi di traccheggiare nell’anonimato di classifica, ma risalta anche una primizia nel fatto che il suo consueto attacco stratosferico (47 gol fatti lo scorso anno nelle 27 gare della stagione “interrotta per covid; 59 gol alla 33ª del 2018-19; 52 reti sempre alla 33ª della sua prima stagione nel 2017-18) abbia mostrato segni preoccupanti di cedimento visto che in queste prime 33 gare ha messo in cascina la “pochezza” di 31 reti, meno di un gol a partita, ed è il terzultimo attacco del girone dopo Pistoiese (23) e Pro Sesto (28).
Appena due settimane orsono, un grande come Mister Baldini aveva rassegnato le dimissioni per dare una scossa alla sua “creatura” ed a tutto l’ambiente. Dimissioni, a nostro avviso, giustamente respinte e la risposta del “gruppo” nella gara “eroica” contro il Como è stata più che importante e, per noi, doverosamente allarmante.

Quella che arriva al Nespoli, è una Carrarese ferita, indebolita come e(forse) più di noi per la maledizione Covid, in assoluta crisi di risultati e, come detto, di poche reti all’attivo (31) e troppe al passivo (34)… ma è la stessa squadra che all’andata 3 di quelle “pappine” le scagliò nella rete di Tornaghi.
Per questo meglio non scherzare con il Leone ferito… ognuno per la sua strada e puntiamo decisamente ad un magnifico TRIS, in attesa trepidante del… prossimo POKER.
VINCERE, VINCERE, VINCERE…
Buona Partita a Tutti,
Tore Zappadu