Sbriciolati dalla Lupa
Contro il Livorno dobbiamo cambiare atteggiamento

Lupa Roma-Olbia 1-0
Lupa Roma: Brunelli, Celli, Rosato, Palomeque, Proia (57’ Cafiero), La Camera, Aloi (79’ Garufi), Corvesi, Baldassin, Mancosu (60’ Mastropietro), Fofana. A disp.: Svedkauskas, Sfanò, Rozzi, Sarrocco, Scicchitano, Ventola, Iorio, Montesi. All.: Di Michele
Olbia: Montaperto, Pisano, Dametto, Miceli, Russu, Muroni, Geroni (74’ Capello), Piredda (58’ Auriemma), Cossu, Senesi (65’ Ragatzu), Kouko. A disp.: Van der Want, Carboni, Pinna, Quaranta, Scanu, Murgia. All.: Mignani
Rete: 65’ Mastropietro
Arbitro: Riccardo Annaloro di Collegno.
Note: corne 1-3 per Olbia. Amm.: Proia, Pisano, Baldassin, Palomeque, Fofana, Rosato, Kouko, Dametto, Brunelli; Espulso: 84’ Baldassin per doppio ammonizione. Rec.:1’ e 5’.

Per alcuni motivi, la “imprevedibilità” delle comunicazioni internet in Italia e il lungo viaggio di rientro a domicilio, ho saltato l’appuntamento con la mia personale “visione critica” del pessimo incontro con Lupa Roma.
Ovvio che questo lasso di tempo, mi abbia concesso qualche attimo in più per sbollire la rabbia, per una contro-prestazione incolore, senza anima e che ha provocato il rapido riaffiorare dei fantasmi ante Pro Piacenza. Non riesco, personalmente a salvarne alcuno dei nostri ragazzi (forse Muroni, ma è anche lui è andato meglio altre volte). Ma, a dirla tutta, è preoccupante che questi fantasmi si siano materializzati anche nell’atteggiamento da “tutto va ben madama la marchesa” quando, nel nostro spogliatoio, si tende ad usare lo stesso metro di valutazione su un risultato o su una prestazione negativa o positiva, comunque sia.
Non ci siamo. Anzi, non ci siamo per niente. Noi a Tivoli, in quel campo di patate, abbiamo perso parte importante della nostra reale “faccia” di squadra che se la gioca sempre e comunque, fino alla fine. Sarà un caso, per esempio, che così come con Renate, disputiamo gli ultimi minuti (comunque spesso e volentieri decisivi in serie C) in superiorità numerica e, in entrambe le occasioni, non facciamo neanche un tiro in porta?
Sarà un caso che noi siamo, alla stato dei fatti, una squadra a “monoschema”, nel senso che non abbiamo che un solo modo di far girare la palla e costruire l’azione? E quando, o per via del tratturo di Tivoli o del ritmo da andamento lento, ci scontriamo con 11 ragazzi che se la giocano con grinta e voglia di emergere, siamo sempre e comunque… del gatto come diceva il grande Trapattoni.
Questo ondivago “monoschema”, magari produttivo con chi gioca a viso aperto e non teme il confronto, diventa un boomerang con chi riesce a fare delle ripartenze e della velocità di gioco la sua arma migliore.
Eppoi che dire delle nostre due evidenti “falle” ai terminali dello schieramento. Il problema con l’estremo difensore “che vi sia ciascun lo dice, perché sia nessun lo sa”, dato che, come tutti sappiamo, le soluzioni alternative in panchina non mancano.
Cosa che invece appare più complicata lì davanti, dove concludiamo sempre troppo poco rispetto al possesso palla, e quando l’epilogo dell’azione arriva, siamo spuntati ed episodici come un cervo… a primavera.
Ecco, visto che la sensazione netta è che con le grandi (Livorno per dirne una) certe licenze i nostri boys smettano di prendersele, speriamo davvero di essere come l’animale cantato da Cocciante…
Per cui, Livorno attento perché… Io Rinascerò….
Ad Majora Ragzzi, e con gli Amaranto niente scherzi…. OlèOlbiaOlè, sempre e comunque.
Simprie