sconfitti con tanto onore

Piacenza-Olbia 2-3

Piacenza (3-5-2): Fumagalli; Della Latta, Pergreffi, Silva (33’ Terrani); Di Molfetta, Nicco, Porcari, Corradi, Barlocco (73’ Cauz); Sestu (89’ Bachini), Perez (73’ Corazza). A disp. Calore, Calzetta, Sylla, Mulas,Marotta, Corsinelli, Ferrari. All. Arnaldo Franzini.
Olbia (4-3-1-2): Van der Want; Pisano (58’ Pinna), Bellodi, Iotti, Cotali; Pennington (87’ Peralta), Muroni, Biancu (58’ Gemmi); Ragatzu; Ogunseye (75’ Maffei), Ceter. A disp. Romboli, Marson, Dalla Bernardina, Cusumano, Belloni, Pitzalis. All. Michele Filippi.
Arbitro: Francesco Meraviglia di Pistoia
Reti: 13’e 48’ Ceter; 37’ Corradi; 59’ (rig) 82’ Terrani.
Note: corner 10-2; amm.: Perez, Corradi, Ceter, Pergreffi, Ogunseye e Pinna; al 77’ espulso Franzini per proteste; rec.:+1’/+3’.

Una delle più belle di questa stagione, l’Olbia del Garilli che fa tremar le certezze della capolista. E, per poco, non le procura uno “sturbo” sportivo che avrebbe avuto del clamoroso. Tutti sugli scudi, i nostri ragazzi, per una gara quasi perfetta che, con un po’ di attenzione in più, oltre alla bellissima figura ci avrebbe persino consentito di riscrivere anche un pezzo di storia sportiva, diciamo così, Tutta Sarda.
Quelli della mia generazione, alla vigilia di questo match non hanno potuto fare a meno di riportarsi indietro negli anni…

Il nostro bellissimo Primo Gol

Era il 1997, quando a Napoli, in quel 15 di giugno si giocò uno spareggio che è rimasto, come un incubo, nel cuore e nella mente dei  Noi tifosi Cagliaritani. Non solo e non tanto per il 3-1 finale con cui i ragazzi di Mutti (allenatore di quel Piacenza, passato il mese dopo alla guida del Napoli ed esonerato dopo solo 5 giornate) sconfissero Tovalieri e compagni facendoli retrocedere. Non fu solo la gara, ma tutto quel che la precedette (un ‘intera nave di tifosi sardi sequestrata per ore al porto partenopeo, come e peggio degli embargo di Salvini) con i tifosi del Napoli smaccatamente a favore del Piacenza, vocati ad inseguire i tifosi sardi fuori e dentro lo stadio. Quel brutto ricordo, non lo nego, mi è tornato alla memoria, in questi frenetici e,comunque sportivamente deliziosi 94’, ed ho davvero sperato che la “vendetta” sportiva si potesse compire per mano di Ragatzu e compagni, anche, ma non solo, nel ricordo di quella “giornata nera” dello sport sardo.
Tant’è, non è andata come speravamo, il Piacenza, alla fine, ha vinto meritatamente e i 5967 tifosi biancorossi non hanno avuto alcuna necessità di inseguire i 5 “reduci” e, ancora ignoti, tifosi bianchi presenti in tribuna perché, alla fine il tapin di testa di Terrani ha rimesso, per loro, tutti i tasselli al punto giusto. Filippi, stavolta non ha sbagliato niente. Il tandem dei 2Mori lì dvanti, ha fatto vedere i sorci verdi a Pergrefi e compagni, ed è un vero peccato che oggi RobertONE non sia stato bravo come al solito, per accompagnare degnamente le scorribande di un Ceter, davvero sontuoso. Al 65’ su un bellissimo invito di Gemmi Ogun ha sballato il piatto facile facile per chiudere i conti, subito dopo il loro rigore. Probabilmente se avessimo rifatto il sorpasso gli emiliani non ce l’avrebbero fatta a recuperare la gara. Comunque, ancora una volta, abbiamo dimostrato che possiamo essere questo tipo di squadra che affronta, anche gli impegni più difficili, con la “presunzione” sportiva di giocarsela al meglio contro chiunque. Tutti bravi, in questo penultimo atto, ma almeno in tre (VdW, il Kangaroo de noantri e Setterbellezze) più in là dell’ottimo, per sancire una verità che dovrebbe far riflettere per non commetter gli errori del passato. Se l’Olbia vuole davvero puntare ad un campionato di vertice, non può sempre ricominciare da capo, investendo esclusivamente sul futuro dei giovani virgulti. Oggi, capita Danielinho ha tagliato il traguardo delle 100 presenze in maglia bianca, festeggiandolo a modo suo (assist al bacio per la testa di Ceter al 13’. In nessuna delle altre sei squadre nella quali ha militato, ha mai avuto un rendimento così strepitoso come con la maglia bianca.
Vedere e sentire l’ovazione meritata per  Alessio Sestu, un Grande per questa categoria che, probabilmente, alla soglia dei 36 anni porterà per una volta ancora la sua squadra al salto di categoria. Nelle ultime due stagioni ci era quasi riuscito con l’Alessandria, anni fa ci riuscì con il Siena dalla B alla A.
Bene, se non si vuole dilapidare quanto di buon costruito in questi anni, occorre da subito fare chiarezza su cosa e su chi puntare. C’è l’idea di far rientrare l’esteta di Quartu alla casa madre, ma può anche essere che, in quella dimensione e con le variabili infinite che una serie A, comunque, propone Ragatzu finisca per rientrare nei ranghi di uno dei tanti che possono dare il loro contributo, rischiando l’anonimato. Da noi è già nella Storia: 100 gare, tutte di C e 33 gol sono una media “stratosferica” che se, fosse destinata a non interrompersi, potrebbe farci sognare sul serio quei traguardi che, a parole, tutti (da Marino in giù) dicono di voler raggiungere. Lo diciamo con tutto l’affetto per Daniele e le sue scelte che, comunque, allo stato dell’arte, adesso devono dipendere solo ed esclusivamente dalla sua volontà: in questo triennio felice, questo diritto se lo è meritato. Ma, come diceva mio nonno, l’unico filosofo che ho sempre voluto ascoltare, meglio Parroco i campagna che cardinale a Roma… Auguri Daniele, per i tuoi primi 100 “bonus” con la maglia più bella del mondo, quella che tu hai onorato; se dovessi ripensarci e se, ti sarà possibile, ci piacerebbe continuare a sperare ed a sognare con Te, grazie a Te…

Comunque vada Tu sarai per sempre il Nostro Unico ed Ineguagliabile Esteta.
Per il resto, ci si sente un po’ più in là…

Grazie Ragazzi della bella prova odierna.
Ad Majora, nunc et semper

Simprie.