ALESSANDRIA DI GRANDE SPESSORE
CON ARBITRO AL… SEGUITO

Olbia-Alessandria 1-3
Olbia: Aresti, Pinna, Dametto, Iotti, Cotali, Vallocchia (66’ Geroni), Muroni (88′ Biancu), Feola, Murgia (75’ Choe), Ragatzu, Senesi (88′ Silenzi). A disp.: Van der Want, Pisano, Manca, Vasco Oliveira, Biancu, Delvecchio. All.: Bernardo Mereu.
Alessandria: Vannucchi, Sciacca (61’ Celjak), Piccolo, Giosa, Barlocco, Ranieri (46’ Bellazzini), Gazzi, Gatto (82’ Nicco), Gonzalez, Marconi (82’ Chinellato), Fischnaller (52’ Sestu). A disp.: Pop, Lovric, Nicco, Gjura, Usel, Ragni, Kadi. All.: Michele Marcolini
Arbitro: Federico Fontani di Siena.
Reti: 42’ Marconi, 52’ Cotali (O), 63’ Gonzalez, 75’ Marconi
Note: corner 2-7; Amm.: Dametto, Ragatzu; Spettatori: 1100 circa Recupero: 1′ e 4′ 
A volerla dire educata: Una Beffa! A dirla più semplicemente: Uno schifo!
Come si fa ad accettare errori (?) così marchiani?
Come si può tacere una direzione arbitrale così palesemente sfaciatamente faziosa?
Beh non si può, né si deve farlo. Non è questione di sviste, di Var o di Interpretazione. Qui si tratta, semplicemente di palese malafede. Ad una corazzata come Alessandria, fatta di marcantoni ultratrentenni con classe ed esperienza da horse catgory, non gli si può regalare anche un arbitro così supino, timoroso e subalterno come questo giovane arbitro senese, alle prime esperienze in una categoria così complessa. 
Ha visto e interpretato tutto a modo suo.
Il braccio di Marconi che infila la porta di Aresti per lui era da premiare come la “mano de dios” di Maradoniana memoria.


Fontani era in posizion eottimale per non vedere l’uscita “kamikaze” di Vannucchi che travolge Feola, rischiando di rompergli l’osso del collo. Per lui, evidentemente, era solo uno scherzo tra marmittoni.
E poi quell’atteggiamento irriverente sui ripetuti falli contro Murgia, Senesi e Vallocchia (colpevoli di voler giocare seplicemente al pallone) sui quali non ha fischiato pressoché niente. Lo strapotere fisico dei Grigi è stato tutelato, oltre misura, a discapito della tecnica e della leggerezza dei nostri “fringuelli”. Nessuna sanzione, anche solo verbale. Niente di niente. E se qualcuno (vedi Dametto nei contrasti con Marconi) accettava il confronto maschio (vedi Marconi nella tante cadute di contrasto con Dametto) lui provvedeva, con ammonizioni verbali e cartellino giallo, a tarparne qualsiasi… velleità.

Inutile girarci intorno, anche in questa serie esistono le fasce di prima nobiltà, e gli arbitri (soprattutto se vogliono farsi strada) sono piuttosto accondiscendenti. Provo a chiedermi cosa sarebbe successo , di questa gara, se il Fontani di Siena (contrada del Nicchio), avesse reputato nulla la “mossa” furtaiola del braccio sinistro di Marconi e quindi annullato quel finto, perché rubato, gol e avesse punito come da regolamento, la pericolosissima uscita “rinturcinata” di Vannucchi con il rigore a nostro favore e la sua obbligatoria espulsione?

Mi chiedo ancora: sarà davvero solo un caso se l’Alessandria è la squadra che ha subito (UNO) meno rigori? È vero che con i se e con i ma, non si cambia la storia, ma quantomeno si prova a sbollire la comprensibile e salutare incazzatura di chi subisce il torto.
Detto questo, la rabbia rimane.
Perché questa maledetta gara, grazie al “più che” solito Matteo “Concesiano” Cotali, l’avevamo rimessa sui binari giusti. Nel primo tempo in fondo (prima del furto di Marconi e la complicità di Fontani) pur avendo creato poco (bella la “sciagatata” di sinistro di Pinna) eravamo stati bravi a spuntare le ali di questo fortissimo avversario. Attenti in difesa, efficaci a centrocampo. Insomma uno 0-0 piuttosto largo e più che meritato… seppur riveduto e coretto in 0-1 dall’imperizia dell’arbitro. Attendevamo, così com’è stato, un diverso secondo tempo. E stavolta, piedino l’esteta (insomma sempre Danieleddu nostro) pennellava un assist da supereroi per Cotali che, mai neppure da imberbe pulcino della storica Sant’Andrea, avrebbe sognato una così bella e travolgente soddisfazione. Per dieci minuti riusciamo a mettere a tacere tutte le velleità dell’Orso, tanto che dalla panchina Marcolini immette ancora più “esperienza (Bellazzini-Celjak-Sestu: 93 anni in blocco) che rilevano i loro “troppo” giovani compagni.
E mentre cominciamo a prender gusto per un match che sembra cambiare “sapore” e prospettiva, arriva… il fermo biologico. Su una stupida rimessa laterale si sfalda la fascia destra e Barlocco s’invola senza ostacoli e serve a quel fuoriclasse di Pablo Andrés il tapin che tramortisce ogni nostra velleità. Tutto quel che avviene dopo è solo un boato silenzioso che “ammutolisce” il cuore ferito dei nostri ragazzi. A dire il vero, c’è dell’altro. Mi riferisco alla stupenda sortita di quell’ennesimo terribile “trentacinquenne” Alessio di nome e Sestu per genia sardopatica, che regala un nuovo gol (stavolta non truffaldino) a Marconi. Sono semplici, ma necessarie annotazioni di contorno di una gara andata a male, ben oltre i nostri demeriti e, per come sono maturate le cose, anche al di là del loro indiscutibile valore che, continuiamo a credere, non abbisogna di questo tipo di aiutini.

Grazie di cuore Olbia e…
Ad Majora Ragazzi, nunc et semper, OléOLbiaOlé,

Tore Zappadu
P.S.: In cauda venenum”, come dicevano i latini: Daniele l’Esteta di Quartu si guarderà il Livorno, dalle tribune del Nespoli. Insomma, se ieri non è proprio andata a meraviglia, per “domani”…molto peggio mi sento.