Quattro sfide ogni secolo, domenica la settima puntata

39-40

Il 29 ottobre del 1939, nel nostro primocampionato di serie C al campo Casalini di Olbia arriva il Sora. Entrambe eravamo esordienti nel girone G (poi dice che i ricorsi storici, non esistono) del terza categoria nazionale. Quella prima volta in serie C, per noi cominciò malissimo. Nelle prime tre giornate a Giulianova perdemmo per 2-4, poi n casa con la Mater per 1-7, fuori ad Orbetello 0-4. Solo con l’undici dello Stabia cui, alla vigilia, il suo allenatore (il mitico Levratto) promise 100 lire a testa di multa (circa 230 euro di oggi) se avessero segnato meno di 3 gol, riuscimmo a conquistare i primi 2 punti di allora. Persero 1-0, anche perché il nostro di allenatore (Vojak) l’anno prima aveva allenato proprio lo Stabia e conosceva bene i loro limiti. Ci annullarono un gol valido e “Rondello” Spano parò un rigore nel finale, vincendo in regalo un cappotto dell’allora presidente Gesuino Sardo.

ricerca39 Il trucco c’era, e non solo per via di Vojak, visto che nel frattempo con tutti i mezzi avevamo provveduto a rinforzare l’organico, compreso questa chicca dell’annuncio del Corriere della Sera. che pubblichiamo, ma anche arruolando i marinai, di stanza alla capitaneria, Patalani e Codecasa, gli avieri dell’idroscalo, Dasdia ed Esposito, il gran portiere Miglio ed il suo amico torinese Lionnard. E così finimmo per disputare un campionato di bassa classifica, ma decoroso arrivando 12simi. Ci salvammo, venendo comunque esonerati dalla disputa del campionato successivo per gli eventi funesti della guerra maledetta.
Il Sora invece, anche per questi motivi, pur essendo retrocesso, (arrivò penultimo, con gli stessi 15 punti del Giulianova che si classificò ultimo per la differenza reti) iniziò anche il campionato di C del 40-41, dal quale si ritirò dopo la quinta giornata e le 5 sconfitte consecutive, dovute anche alla mancanza di materiale umano, già partito per la guerra. Retrocede anche quell’anno e perciò alla fine del conflitto, noi non ritrovammo i bianconeri nel nostro girone di serie C.Ma torniamo per un attimo alla prima esperienza comune.
Ho iniziato con la data di domenica 29 ottobre del 1939, perché quella fu la prima partita ufficiale in cui la Gil Terranova cambia nome e ridiventa Olbia punto e basta. La società sportiva fu di fatto la prima “istituzione” terranovese ad adempiere al regio decreto che di diritto ricambiava il nome alla città. E succede che, finalmente, anche il Terranova riprende al suo primo vero nome di OLBIA, pensato dai nostri padri fondativi, quando da secoli avevamo preso a chiamarci Fausania, Pausania, Pasana, Civitas, Terranova, Terranova Pausania. La partita col Sora, in quella bellissima giornata di ottobre comincia un po’ ritardo perché, come riporta il bravissimo cronista Sergio Peralda sulla Nuova: “per l’occasione vennero cuciti dalle tifosine degli scudetti speciali (4 Mori) sulle maglie bianche”. Pensate, il 29 ottobre 1939: Undici ragazze olbiesi, tifosine, con ago e filo, seppur in tempi difficili e del fascio imperante, in una manifestazione pubblica di carattere nazionale, cucirono i “quattro mori” su quel glorioso tessuto bianco delle nostre maglie.
Quella prima partita finì 0-0, ma al ritorno nell’allora campo Sferracavallo (l’odierno Tomei) andammo meglio, vincendo 1-0 con rete del marinaio campano Esposito, ala sinistra dal vizietto del gol (quell’anno ne segnò 8).Poi, col Sora, ci siamo persi di vista, rientrando in “confronto” in altra annata maledetta (stavolta, solo per nostri problemi sportivi). Stiamo parlando della stagione del Trapani e dell’indimenticabile arbitro Alario di Civitavecchia. L’anno della retrocessione nefasta per via dei 5 punti di penalizzazione, delle maxi squalifiche ai nostri danni, insomma un annata da…tregenda del calcio. C’è da dire che con Sora le due gare furono solo partite di pallone e pareggiammo in entrambe. In casa per 2-2 (2 reti per noi si Pierantozzi che recuperò il doppio vantaggio di Ripa e Caliano) fuori per 1-1 (sempre vantaggio di Ripa su rigore e pari a 9 minuti dalla fine di Bolognesi).
Il resto è storia di ieri, esattamente nella scorsa stagione con i due successi olbiesi: all’andata al Nespoli, con il frastornante 3-0 (Gallon, Aloia e Kozely) della prima mezzora ed il quasi miracoloso recupero dei bianconeri, in 10 uomini, con il rigore di Casimirri e la rete di Taverna. Successo di misura sempre per noi, al ritorno, con la stangata di Varone da fuori area al 12’ e l’errore, venti minuti dopo, dal dischetto di Pintori opposto al “pararigori” Beppe Saraò. A questo proposito, meglio che i nostri ricordino che, con Sora finora in sei gare siamo in netto svantaggio sui rigori con quello del ’39 parato da Spano siamo 0-4; sarà meglio… non continuare, che ne dite?
Buona partita a tutti,
Simprie.