Piero, Piero, amico mio. Che strazio; non sapevo niente. Non mi avevi detto niente. L’ultima volta da Francesco, avevamo scherzato sui “drammi” della nostra Innamorata, l’Olbia che perdeva sempre. Ma anche allora non mi avevi fatto alcun accenno al tuo male, al tuo dramma umano, alla tua sofferenza fisica, all’avvicinarsi del tuo addio.
Sono affranto, non c’è peggior notizia di questa per farmi odiare così tanto l’esilio in terra Tracia che mi costringe a stare lontano dalla mia terra, dalla mia anima, dalla mia gente.il Rosso
Così il dolore travolgente e sordido, diventa lacerante… mutilazione chè mi impedisce persino di esserti vicino per l’ultimo saluto.
Avevi scherzato parlando anche di una tua possibile visita in questo mio eremo di sopravvivenza; mi avevi fatto una mezza promessa su una visita “per vedere l’effetto che fa”, così mi avevi detto. Ed ora, non ci sei più.

Tutto, tutto, tutto non sarà più come prima. La vita e la morte sono ineluttabili, ma ci sono assenze che ti cambiano nel profondo e, anche se potrai provarci, non sarai più come prima.
In questi anni di rinascita dalle ceneri del default societario della Nostra Olbia, abbiamo passato centinaia di pomeriggi assieme, più di ogni altra occasione delle nostre esistenze.
Tu ed io unici spettatori nella tribunetta della Basa, del sudore e della fatica, che i tuoi giovani epigoni spargevano a profusione, per riabilitare quella maglia e quella storia a cui avevi dedicato tutta la tua esistenza come calciatore, allenatore e dirigente.
Non sarai più il mio più leale e preparato maestro di calcio, con cui confrontare le idee sui pregi e i difetti della nostra Amata, dei suoi interpreti, anche di questi ragazzi di oggi che Tu, con il cuore e la passione di sempre, non hai mai smesso di seguire ed incitare. Sei stato un Grande.
Lo si dice quasi sempre, quando viene a mancare un amico che è anche un’icona della tua terra e della tua squadra del cuore. Ma per Te questo attributo è semplicemente un doveroso riconoscimento di quel che, con amore e grandissima professionalità, sei stato in grado di costruirti. Ho in mente i consigli e gli auguri sinceri che offrivi a Mario Petrone, in partenza per l’esperienza di Catania, dove Tu da calciatore, avevi ricevuto una fetta degli allori che ti eri meritato.
Ho in mente la tua pacatezza e intelligenza nella riflessione anche di cose di grande spessore. E perché no, il tuo impegno politico tutto vocato all’ideale sardista. La tua stagione di sardo-moro prestato ad una politica che, non è un mistero per nessuno, tanti come te ha respinto e respinge per ben altri interessi, per inconfessabili e non sempre leciti traguardi.
Piero, Piero, amico mio. Non ci sei più. Hai combattuto la tua partita con il Male, come quando giocavi con stile e sagacia, senza alcuna necessità di dover mai guardare la palla e recitavi, sempre, il ruolo del regista dell’organizzatore del gioco, nella rappresentazione di quello stupendo spettacolo umano che è un incontro di calcio. Non avevi bisogno di guardare il pallone perché esso, per uno con la tua classe e la tua tecnica, era soltanto lo strumento per raggiungere un risultato: combattere e, se possibile, vincere con lealtà ogni sfida agonistica e sportiva.
Anche con il tuo Male,  non hai cambiato il tuo Stile. Non l’hai mai sottovalutato, ma non l’hai mai guardato in faccia. Hai provato a fare tutto da solo, pur di vincere la tua battaglia. Adesso, in queste tristi ore del tuo abbandono ho come l’idea che abbia vinto lui, che il Male sia riuscito a sconfiggerti.
Perché tu non sei più con Noi; perché il dolore ti soffoca e non ti fa respirare.
Ma, a dire il vero, non ne sono così tanto sicuro. Nessun Male, nessun tumore potrà mai cancellare quel che Tu Sei e Rimarrai. Nel nostro cuore, nel nostro amore, nel ricordo della vita per tutti i giorni che ci rimarranno. Per Sempre nella e per la Tua Olbia.
Piero, Piero, amico mio. Ciao Anima Bianca e Cuore sardo, senza pari.
TVB, Tore.