Le delusioni sono un debito che si paga nella ricerca della Felicità

Franco Rusconi non è più, stava male da tempo e ieri ha “tolto” il disturbo dalla sua malattia ed ha concluso il suo cammino terreno. Un percorso che per quattro importanti anni, ha legato indissolubilmente il suo cuore al nostro, le sue passioni alle nostre. E’ stato il presidente dei grandi sogni (purtroppo rimasti tali) e dalla fortissima delusione per la perdita (purtroppo reale) della nostra Serie C, per difficoltà economiche.
Lui ci ha messo i soldi, la faccia e le responsabilità. Nel bene
conrusconie nel male, ma soprattutto ha messo in gioco la sua anima,  il suo cuore al riparo di quella maglia colore Bianco che lui ha amato e guidato, regalandoci momenti bellissimi ed esaltanti come la grande sfida dei playoff con Alessandria. Grazie, per tutto quello che hai potuto fare, per la tua e la nostra felicità, in momenti Unici.
Franco, Amico mio, fai buon viaggio nell’eternità… io voglio ricordarti con le parole con cui ieri (nell’Aprile del 2009), assieme a te, dipingevo i Tuoi ed i Nostri sogni.

IL PRESIDENTE DEI SOGNI E DEL… RISVEGLIO

Sarà quella ruga di struggente nostalgia o la confusione tra la vita e la poesia. Sta di fatto che Franco Rusconi, il presidente dei sogni di bianco vestiti, da tempo, culla più attese che rimpianti: “Ci credo, ci credo ancora, ma dobbiamo vincere queste due gare casalinghe.” Appena due stagioni fà, quando rilevò il testimone dal suo amico Mauro Putzu promise un mondo di traguardi. Chiedendo in cambio solo un mondo di amore per questa maglia. “Ho sempre pensato che la città meritasse una squadra degna della sua moderna caratura internazionale.” Bresciano di nascita, diventa sardo tosto nell’eremo di Portorotondo. Quasi intransigente. Quando una radio lombarda lo contatta per un parere sul Lumezzane, svicola deciso: “Manco da tanto tempo da Brescia, sono di Olbia e conosco solo l’Olbia.”
Il denaro non fa così tanti amici sinceri, quanti nemici veri. I critici provano a indagarne le motivazioni, magari quelle inconfessabili. Scansa anche loro con i fatti, più che con le parole. Divide sempre gli affari dal suo amore, l’Olbia. Nessuno fa niente per niente, ma qualcuno riesce a darne l’illusione.E così, senza che pochi potessero prevederlo, Rusconi è amato dal popolo bianco.

Diventa da subito il Presidente.
Quando si va a Nuoro, Sassari o Alghero il primo saluto è per i tifosi avversari. Poi usa sedersi con i suoi ultras. Lo scorso anno ha un brutto incidente. E lui, che ha rotto più macchine di Coulthard, sceglie come autista il capo degli ultras. Vuole riportare i tifosi allo stadio e lo fa nel modo che sa far meglio, provando e riprovando a costruire il sogno. “Il primo anno ho sbagliato molto, ma poi ho capito meglio le logiche del calcio.”
Quest’estate dà pieni poteri al suo allenatore. Gli concede di costruire la squadra che desidera, poi, alla verifica di dicembre, si sfoga: “Siamo fuori dai playoff, se continuiamo così non ci arriveremo mai”.
Tentenna, poi, dopo qualche settimana, abbandona Puccica e cambia registro. Il senso della storia si conquista facendone un po’: “Sono convinto di questa scelta, ma rassicuro che se non dovessimo farcela, ritenteremo l’anno prossimo.” I ventanni sono più belli a sessanta che a venti. Così quando è in vena ricorda la gioventù di calciatore “Ero un’ala destra e me la cavavo bene, poi bisticciai con l’allenatore e cominciai a lavorare, facendo fortuna; inizialmente vendendo gelati.
Ha due figli Riccardo e Vittorio che, a diverso titolo, condividono questa nuova passione sportiva. È umile, duttile quando serve, testardo quando è convinto. Sono sempre pronto ad imparare; non sempre a lasciare che mi insegnino.

Coltiva il progetto di un “Rusconello” e attende che il Comune conceda all’Olbia gli impianti della ex-basa.
Ha detto “Avrei la forza per portarla in B, poi toccherà ad altri fare il grande salto.”
E lo dice, in tempi in cui quasi il 50 per cento delle squadre di prima e seconda divisione sono in vera e propria afasia economica.
Forse è questo il vero sogno o…. la confusione tra la vita e la poesia
Tore Zappadu