OLBIA-ALBINOLEFFE 1-2
Olbia (4-3-1-2): Tornaghi, Arboleda, La Rosa (83’ Gagliano), Altare, Demarcus (77’ Secci); Biancu, Occhioni (77’ Belloni), Pennington; Marigosu (59’ Lella); Ragatzu, Udoh; a disp.: Van der Want, Cabras, Putzu, Cossu; all.: Canzi
Albinoleffe (3-5-2): Savini, Riva, Mondonico, Borghini; Canestrelli, Gelli, Piccoli (46’ Nichetti), Giorgione (90’ Genevier), Tomaselli; Cori (66’ Maritato), Manconi; a disp.: Paganesi, Caruso, Berbenni, Gabbianelli, Ghezzi, Petrungaro, Galeandro, Ravasio; all.: Zaffaroni
Arbitro: Mattia Ubaldi di Roma 1
Reti: 4’ Pennington (A), 59’ (rig) Ragatzu, 79’ Manconi
Note: corner 8-6; amm. Demarcus, Udoh, Giorgione; espulsi: 54’ Pennington rosso diretto per fallaccio su Giorgione; 56’ Tomaselli per doppia ammonizione. Rec.:0+4’.

L’Olbia perde la partita più difficile delle 10 sfide che ancora gli avanzavano. Difficile, complicata e, sulla carta impossibile, vista la enorme disparità di organico disponibile tra le due squadre e per le 3 settimane di blocco sanitario imposto alla nostra squadra.
La perde nel modo meno preventivabile, contro un’avversaria che, nonostante gli innegabili favori del pronostico, ha portato a casa i 3 punti con il minimo sindacale di gioco e con il massimo sostegno della buona sorte.
A sintetizzare questi, comunque interessanti, 94’ nel rettangolo del Nespoli, abbiamo assistito a Tre confronti diversi, distinti e tutti oggettivamente sfigati per i bianchi di Canzi.
Quello più deficitario e, alla resa dei conti, decisivo per la nostra sconfitta, è stato l’incontro, senza esclusione di colpi, tra due colonne dei rispettivi undici: Pennington e Giorgione, due assoluti protagonisti della storia recente delle due squadre. Purtroppo per noi il match, è stato stravinto, per K.O. dal forte e più esperto centrale seriano. La debacle, in tutti i sensi, del nostro Nicholas è stata quella decisiva nell’assegnazione dei 3 punti.
Si comincia da subito:
-al 4’ Giorgione ha il primo colpo in canna, dalla fascia alta di sinistra del loro schieramento, per un piazzato concesso dall’arbitro per un fallo  evitabilissimo e stupido di Udoh, il destro a rientrare del capitano ospite non appare ben calibrato, ma il nostro cangurino 4mori lo corregge al meglio, comunque quanto basta, per andare in rete… quella sbagliata, per noi. Zero a 1: e palla al centro.
-al 54’ in una ennesima ripartenza di Giorgione che fino a quel punto, grazie alla giornata sorta del nostro giovane virgulto, ha tenuto il pallino del gioco, Nicholas lo falcia con la gamba alzata sino alla coscia, giusta l’espulsione e, a quel punto, l’Olbia è nei guai fino al collo.
-al  79’ sempre sulla fascia sinistra il capitano giallorosso (almeno oggi) ha una nuova chance e, mentre tutti si attendono un fendente alto, calcia rasoterra, qualche gamba bianca respinge, ma la palla arriva alla fine sul piede di  Manconi che sempre rasoterra dritto per dritto supera un distratto Tornaghi, regalandosi la vetta della classifica marcatori e rimediando una prestazione, fin lì, assolutamente incolore, grazie alla sapiente marcatura del tandem Altare (il migliore dei Bianchi) e La Rosa.
Questo il primo “duello” della gara, stravinto da Giorgione a decisiva garanzia del successo finale.
La seconda sfida è stata quella, preannunciata e più attesa, dei due 11. È durata soltanto 56’, perché appena dopo la “falciata” di Pennington, ci pensa Tomaselli (nel primo tempo incontenibile) a simulare un’ipotesi di penalty, proprio davanti all’arbitro, prendere il secondo giallo e ristabilire la parità numerica. Da quel momento si avvia la terza “esibizione” della gara: 10 contro 10 ed è, soprattutto in questo parziale, che abbiamo sicuramente messo alle corde gli avversari, che avremmo meritato ampiamente il pareggio,  solo che la palla calciata con classe sopraffina di Biancu non avesse colpito la traversa e Gagliano, sulla ribattuta, avesse fatto meglio, come poco prima Manconi, il compitino che la sorte gli aveva concesso al suo rientro dopo un lungo e tormentato infortunio. Insomma visto che le sfide di “squadra” sul campo, non hanno garantito nessuna supremazia vincente alle due squadre, il pari sarebbe stato più equo. Ma il quadro finale, quello che tramanda il risultato alla classifica ed alla storia, lo ha dipinto uno solo, e forse per questo si chiama… Giorgione.
Peccato davvero peccato, perché un punto sarebbe stato il miglior viatico per questo finale thriller che, sin da mercoledì, ci vedrà battagliare nella sfida all’ultimo respiro per l’avvio della “novena” di duelli del Dentro o Fuori che vale una Stagione.
A
d Maiora Ragazzi, ora e sempre OlèOlbiaOlè,
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