Sabato contro Alessandria, in una gara che, negli ultimi anni della nostra serie C, è stata per noi foriera di epici e complicatissimi confronti, mancheranno da una parte e dell’altra alcuni giocatori importantissimi fermati dagli infortuni. Noi, per parte nostra piangiamo le assenze di Piredda e Ogunseye che tanti problemi ci stanno danno sia come modulo di gioco che come carenza d’organico. Per noi, quest’anno, l’infermeria non è mai rimasta vuota.  Ad oggi nelle 28 gare sin qui disputate abbiamo avuto due o più giocatori indisponibili per un totale assenze di 61 giornate per infortunio. Con un organico che, finora, compreso Arras e i due nuovi arrivati di gennaio, ci ha consentito di toccare appena quota 21 atleti schierati, avere comunque sempre due o più titolari fermi al palo, è stato un pesantissimo pedaggio pagato alla sfiga che, comunque, né il tecnico né la società hanno mai sventolato come alibi. E non lo faremo in questa occasione.
Anche l’Alessandria ha i suoi malanni, pur con un organico che finora ha toccato quota 32 calciatori schierati. Cionondimeno  alla vigilia di questa “partitissima” vogliamo parlare proprio di un assente che, a tutti noi, avrebbe fatto  comunque piacere rivedere in campo, pur dall’altra parte della barricata. È di ieri la notizia di un aggravamento delle sue condizioni. Questo il comunicato ufficiale dell’Alessandria: L’Alessandria Calcio comunica che durante l’ultima fase di riatletizzazione in vista del ritorno in campo imminente, Riccardo Cazzola ha riportato una lesione di secondo grado del gemello mediale del polpaccio destro. I tempi di recupero sono stimati in 70 giorni circa”.
Insomma non ci sarà il loro valoroso capitano e per noi, anche se  il suo forfait ci rende un po’ meno difficile il compito di affrontare questo squadrone,  sarà un vero dispiacere non vederlo giocare dopo averlo ammirato sul nostro manto erboso in una indimenticabile stagione.
Quella di Ricki, nel mitico campionato 2008-09, l’anno dei playoff proprio con Alessandria, fu una cavalcata meravigliosa (32 presenze 3 gol) che, con merito, lo lanciò nel calcio che conta fino alla serie A con Atalanta e Cesena.
Ad Alessandria, da due stagioni, Cazzola vive tutta intera la sua maturità calcistica ed è capitano di questa grande squadra che, dopo alcuni intoppi iniziali, punta decisamente ai playoff promozione, sfuggiti incredibilmente lo scorso anno dopo un campionato sempre ad altissimo livello.
Da noi arrivò, giovanissimo, prima dei suoi 23 anni e lasciò un segno indelebile. Ho già avuto occasione di manifestare personalmente a questo nostro amico, tutto l’affetto e la vicinanza del popolo bianco per una sua pronta guarigione. So bene come sia impossibile per lui riuscire a mitigare il dolore per una così duratura assenza. Noi, dalle colonne di questo sito che, dieci anni orsono, ne magnificava il valore, proviamo a farlo, in due modi. Innanzi tutto pubblicando una foto che lo ritrae, sporco e fuori del rettangolo di gioco, attendendo con ansia il cenno dell’arbitro per rituffarsi nella mischia. Infine, Campione e Amico ti giungano i più sinceri Auguri da tutti noi e, per ricordare anche a te quel che sei stato per noi, lo facciamo riprendendo lo stralcio finale del RITRATTO che scrissi per Te dieci anni fa…
Lo scorso anno, ci ricorda col sorriso, si trovava ad Arezzo: “Dovevamo vincere la C1, faccio una ventina di gare, ma non mi sentivo protagonista di quel progetto. Qui è diverso, Olbia mi ha convinto proprio perché qui posso giocare anche le mie carte.”
Sa che questa sarda è la carta della svolta, perché lui cerca le grandi praterie, ma coltiva quelle piccole.
Ed è diventato un idolo della tifoseria bianca che, negli ultimi vent’anni, non si era mai sollevata (tutti in piedi) per applaudire un gesto tecnico come quello messo in scena da Ricky contro Vercelli: 60 metri di discesa, 3 avversari saltati e pallonetto quasi perfetto con palo finale.
Quando tuona un gran numero, lampeggia il genio del calcio.
E chi entra nel cuore degli umili ha il dono della grandeur.
L’argilla è necessaria per creare un vaso. Ma la sua utilità dipende dal contenuto.
Il padreterno ed i genitori hanno creato questo marcantonio di 1,90 cm, dandogli il dono del calcio; a lui tocca darci il bel calcio; deliziandoci e regalandoci il sogno.
Salvatore Zappadu