Il Pontedera (cliccare riquadro in evidenza per consultare scheda presenze di stagione) è una squadra costruita, sulla valorizzazione e la crescita dei giovani talenti, con la stessa filosofia dell’Olbia ma con risultati, oggettivamente, più brillanti. La squadra allenata da Ivan Maraia, un allenatore che, in qualche modo, ha avuto lo stesso cammino del nostro Filippi, visto che per 5 anni è stato il secondo dello “storico” Paolo Indiani, e da  due anni gestisce, in prima persona, in panchina le sorti degli amaranto toscani, con indubbi ottimi risultati, visto che vanta una media punti di 1,44 in 70 gare disputate. I suoi undici giocano un efficace 3-5-2, in cui a ben vedere è proprio la difesa a tre il perno della sua compattezza complessiva, per esempio è una di quelle che sconta il minor numero (2) di rigori subiti.

E subisce gol (24 reti nelle 23 gare giocate) al di sotto della media del girone che è  di 25,8 per squadra sulle 516 reti complessive; così come segna (25 reti) “mediamente” almeno 1,1 gol a partita. In sette gare non ha subito gol, mentre sono 9 le gare in cui non ha segnato alcuna. Occupano la 7 posizione in classifica con 33 punti, ex-aequo  con Novara e Pro Patria. Hanno perso solo sei volte e, manco a dirlo, proprio contro squadre che la precedono o l’accompagnano in classifica (Piacenza (due volte), Novara, Pisa, Arezzo, Entella, Pro Patria). Finora il Pontedera ha schierato 20 elementi, con una media età di 23,95 anni che, di fatto, è la terza più bassa dopo la nostra 22,5 e quella della JuventusU23 che è di 21,81.

Maraia dispone di appena 6 over (Calcagni, Ropolo, Vettori, Caponi, Mannini, Pinzauti) che però schiera quasi sempre nell’undici di partenza, visto che in sole due occasioni gli esperti utilizzati si sono ridotti a quattro. Domenica scorsa, nel rocambolesco 3-3 con Siena, la difesa, nella quale è sempre presente il bravo portiere Matteo Biggeri (classe 96, che vanta (tra la D e la C) ben 70 presenze con una media di 70 gol subiti), messa in campo da Maraia era composta da Vettori (’82), Benedetti (’97), Ropolo (’93); il centrocampo a 5 si è schierato con Calcagni (‘94), Caponi (’88), la Vigna (’97). Serena(‘99), Magrini (’97); in avanti l’inossidabile Daniele Mannini (1983) 5 gol, ed il giovanissimo Tommasini (’98) che con 6 reti è il capocannoniere di una squadra che ha mandato in gol ben 10 uomini della rosa. Insomma, appare del tutto evidente che sia proprio l’equilibrio, tra esperienza e “vigor juvenes”, il nocciolo duro di un gruppo che in questi due anni, è sotto i riflettori del calcio nazionale, come prototipo per conciliare il presente (senza troppi patemi d’animo) con un futuro (più che ottimo).

Buona partita a Tutti,

Tore Zappadu